Rina Chiarini: una donna in prima linea

Rina Chiarini: una donna in prima linea

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Tante sono le donne che hanno combattuto nella Resistenza, dando prova del loro coraggio e determinazione, anche se volutamente ignorate per pregiudizi militaristi e maschilisti.
La memoria del passato non è un fatto individuale, ma deve coinvolgere l’intera comunità e diventare stimolo per la costruzione di un rinnovato futuro.

Nel 2022 è apparso il libro che dà loro voce e volto grazie a Benedetta Tobagi con “La Resistenza delle donne” (Einaudi), vincitore del Premio Campiello 2023.
In occasione della Giornata della Memoria, istituita dal Parlamento italiano nel 2000 per ricordare la liberazione del campo di concentramento di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa il 27 gennaio 1945, è importante ricordare una nostra concittadina che ha rischiato la vita per restituire la libertà all’Italia.

Rina Chiarini era empolese, nata a Santa Maria nel 1909 da famiglia operaia, antifascista. Le sue idee politiche si formarono pian piano, influenzate dallo zio materno aderente al PCI e ascoltando operai e calzolai nel cortile davanti alla rimessa dove lavoravano le fiascaie. Nel 1923 Rina conosce Remo Scappini, dalle cui analisi politiche resta affascinata e da quel momento ne condivide gli stessi ideali e stessi rischi per la loro vita, visto che vengono spiati dalla polizia dell’OVRA. Remo è condannato dal Tribunale Speciale a ventitré anni di prigione, ma ne sconta solo nove per effetto dell’amnistia. Si sposano il 14 aprile 1943 a Santa Maria. Remo riesce a riorganizzare la presenza del Partito Comunista nelle fabbriche torinesi. Alla fine di ottobre, nel 1943, con l’aiuto del fratello Aldo, Rina incontra Remo a Milano e da qui partono per Genova, dove c’è bisogno della presenza di una persona qualificata. Da questo momento anche lei entra nella clandestinità con il nome di Clara.

Dopo l’8 settembre, i tedeschi hanno occupato attività economiche e produttive della Liguria, organizzato una vasta rete di spionaggio e controllano il Comitato di Liberazione Nazionale ligure. Il 6 luglio 1944 la polizia fa irruzione nella casa dei coniugi Alessandri; Clara, proprio quella mattina, viene sorpresa nell’abitazione dei due coniugi a consegnare materiale antifascista da stampare. Arrestata, è portata in questura e poi nel carcere di Marassi, dove viene torturata, perdendo il bimbo che porta in grembo. Nonostante le sofferenze subite non renderà noto alcun nome.
Condannata a ventiquattro anni di prigione, sarà trasferita nel lager di Bolzano, dove l’ispezione dei blocchi è affidata a kapò che denunciano le prigioniere per futili motivi. Bolzano è un campo di smistamento e teme di essere inviata al campo di Mauthausen. Clara e l’amica Maria Angela Molteni riescono a fuggire e a raggiungere Milano, dove la situazione a metà aprile 1945 risulta caotica. ll generale tedesco Meinhold si arrende senza condizioni al Comitato di Liberazione della Liguria, il cui presidente è Remo Scappini, marito di Clara; il 26 aprile Genova è già stata liberata.

Per il grande contributo dato alla Resistenza, Rina è decorata con la medaglia d’argento al valor militare dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e riceve la Stella d’oro dalle Brigate Garibaldine. Rina scompare il 20 ottobre 1995.
Il 16 settembre 2017, il Comune di Empoli ha dedicato ai coniugi Scappini un monumento alla loro memoria in quanto protagonisti della lotta di Liberazione dal nazifascismo. La stele con i loro nomi ha trovato posto nella piazza del Convento al centro di Santa Maria, iniziativa che l’amministrazione comunale ha realizzato ascoltando i cittadini del Comitato Santamariese e l’ANPI di Empoli. Alla memoria di Rina Chiarini e Remo Scappini è intitolato anche il Centro di documentazione sull’antifascismo, la Resistenza e la storia contemporanea di Empoli che si trova presso l’archivio storico comunale in zona Carraia. Inoltre un grande murales sulla parete della palazzina del terminal bus, in piazza della stazione, ritrae i volti dei due partigiani voluta dal Comune di Empoli per diffondere la conoscenza della memoria cittadina.

Nota dell’autrice: le vicende relative alla vita politica di Rina Chiarini sono tratte dal libro di Valerio Chiarini, “Rina (Clara) e Remo (Giovanni). Non solo i generali fanno la storia”, ed. Vicolo Stretto (FI), 2005.

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