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In questi giorni una notizia di cronaca mi ha particolarmente colpito: il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi è stato indagato per riciclaggio di beni culturali. Al notissimo critico d’arte, difatti, il 12 gennaio scorso è stato sequestrato il dipinto dal titolo “La cattura di San Pietro”, attribuito a Rutilio Manetti (1571-1639), uno dei maggiori e prolifici esponenti del Seicento senese. Il dipinto, trafugato nel 2013 dal castello di Buriasco (Piemonte), è riapparso a Lucca nel 2021 in una mostra curata da Sgarbi. Nell’opera esposta a Lucca, appartenente alla Fondazione Cavallini Sgarbi, appare, però, una fiaccola che nelle foto dell’originale non è presente.
Il sottosegretario sostiene che la tela sia stata ritrovata casualmente nella soffitta della villa “La Maidalchina” di Viterbo, acquistata dalla madre Rina Cavallini nei primi anni 2000, che sia l’originale del Manetti e definisce quello esposto a Buriasco una brutta copia. L’accusa ritiene, invece, che si tratti dello stesso dipinto originale trafugato a Buriasco, cui è stata aggiunta in alto a sinistra la torcia da un falsario.
Per dipanare questo mistero sono in corso i necessari riscontri scientifici e, per valutare l’autenticità o meno del dipinto, sono stati nominati diversi esperti fra cui il professore Alessandro Bagnoli, certaldese, laureatosi nel 1977 alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena proprio con una tesi su Rutilio Manetti. Bagnoli, molto conosciuto e stimato nella nostra zona, sin da bambino appassionato d’arte, ha rivestito importanti incarichi (direttore del laboratorio di restauro della Soprintendenza e vice direttore della Pinacoteca Nazionale di Siena) e ha curato l’allestimento di numerosi musei (Museo Civico d’arte sacra di Colle Val d’Elsa, Museo della Collegiata di Casole d’Elsa, Museo Diocesano di Siena ecc.). Il professor Bagnoli, con la sua competenza, darà un contributo importante per scoprire quanto prima la verità.
In attesa dell’esito delle indagini, voglio ricordare che noi vinciani abbiamo la fortuna di poter ammirare una pregevole opera di Rutilio Manetti nella pieve di Sant’Ansano in Greti. La pala, collocata nel lato destro del coro, raffigura “Sant’Alessandro I, papa, liberato da un angelo dal carcere”. Il dipinto del 1625 è una dimostrazione della bravura e autorevolezza del pittore senese, al quale si deve, fra l’altro, anche “Il martirio di Santa Caterina d’Alessandria” (1627), nella chiesa di Santo Stefano degli Agostiniani a Empoli.
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