La befana Serafina

La befana Serafina

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Serafina è la nuova befana che ha preso il posto della vecchia Caterina. L’ha cercata inutilmente tra gli anfratti del Montalbano per farsi dare consigli e consegne da esaudire e compiacere bimbi piccoli e più grandicelli. Non l’ha trovata e continua a cercarla tra arbusti e pungitopo, facendo attenzione a sentieri umidi e scivolosi e a non pungersi le mani, perché poi non potrebbe più guidare la scopa senza farsi male.
Si sente chiamare da lontano, con voce roca per la troppa umidità: è Gufo, amico inseparabile della vecchia Caterina, che rimpiange i tempi della giovinezza, quando volava sulla scopa come una saetta.

Il virtuale, si sa, ha sostituito la vera realtà e ha fatto incocciare la vecchia befana un po’ all’antica, che ricorda con nostalgia i lunghi viaggi che solcavano i cieli in concorrenza con gli aerei.
Ecco Gufo, va incontro a Serafina, osserva bene la sua scopa di dimensioni inferiori, perché lei è più piccina, ma non per questo vola meno veloce di quella di Caterina.

I comandi sono nuovi, lucidi e senza incrostazioni; i ciuffi di saggina che la compongono sono di erbe palustri asciutte e ben seccate; il manico non ha crepe e l’impugnatura non fa scalfire le mani.
Tutto è pronto per la partenza, le dice Gufo. “Vedrai un mondo diverso da quaggiù sulla Terra. Ti sembrerà più bello assai, illuminato, ma non di stelle naturali. Mille riflessi di insegne e reclami faranno da padroni, lampioni di varie intensità saranno i tuoi sentieri per raggiungere tetti di case e palazzoni. Fai attenzione all’elettricità! E ora, via: metti in pratica la tua abilità! Non temere di fare qualche scivolone e volare con le tasche della gonna scozzese piene di carbone a bizzeffe! Tu sei giovane e con un po’ di esperienza sarai più brava dell’ultima befana!”.

Così Serafina partì e andò a Sovigliana sul tetto che a lei sembrava più comodo e praticabile. Accese il cellulare e osservò Caterina volare con maestria e volteggiare a cento all’ora. Si trattava della foto scattata da Gufo l’anno prima per l’Epifania, quando portò calze e calzette per l’ultima volta ai bambini che dormivano sonni tranquilli. Caterina era la sua maestra e voleva imitare ogni suo volteggio e, come lei, portare leccornie che fanno gola a tutti e non solo ai piccini. Poi si ricordò dei dolciumi per i bimbi piccoli e dei frutti per quelli grandi; già, e il carbone di questi tempi moderni dove lo posso trovare? Si chiedeva pensierosa Serafina, befana giovanina! Un battito d’ali del vecchio Gufo le rischiarò la mente e si ricordò che non si dona più quello prodotto con la legna, ma il carbone dolce della pasticceria. I bambini di oggi sono fortunati e nelle calze trovano solo cose buone, tutto è cambiato, pensava Serafina. Caterina, lo sappiamo, era vecchia e così era andata in pensione, però ogni tanto lasciava i luoghi del Montalbano e ritornava in paese, di cui sentiva la nostalgia. Riprendere quei giri attraverso le vie del cielo era per lei una specie di svago che le dava vitalità, e inoltre aiutare Serafina ancora inesperta poteva tornare utile a entrambe.

La notte dell’Epifania mi venne di alzare gli occhi verso il firmamento. Quella notte c’erano le stelle per davvero e anche una falce di luna illuminava il cielo. Ebbene scorsi qualcosa di strano, come due puntini volare. Ma non era il solito aereo diretto a Peretola; allora presi il mio cannocchiale e centrai l’obiettivo. Vidi le due befane, una più piccola e l’altra più grande. Ho pensato subito: sono Serafina e Caterina! Fecero qualche giravolta vicine alle stelle, si avvicinarono alla mezzaluna e la salutarono. Poi scesero sul tetto di una villetta e dettero una lucidatina ai manici delle scope perché prendessero più velocità. Caterina ne aveva addirittura due, le posò sul terrazzo e pronunciò alcune parole magiche per prudenza, visto che Serafina doveva acquistare esperienza. “Scopa, scopetta, comportati bene in ogni evenienza, non fare capricci, capriole e piroette quando trovi bimbi che non vogliono ringraziare per doni al profumo di torrone e dolci al limone. Se senti odore di vaniglia fai sparire il vento e invia gli auguri anche a me che rimpiango il tempo della meraviglia!”

Bambini, mi viene da dire, quando vi sveglierete, troverete le loro calze profumate e vi sorprenderete della bontà. Una cosa è acquistarle al supermercato, alla rinfusa su un bancone, un’altra averle in dono dalle mani di Serafina e Caterina.
Buona Epifania!

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