Un giardino in memoria di Siro Terreni

Un giardino in memoria di Siro Terreni

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Martedì 25 aprile scorso, festa della Liberazione, alla presenza del sindaco Giuseppe Torchia, dell’assessore alla Memoria Mila Chini, dell’assessore alla Cultura Sara Iallorenzi, si è svolta a Spicchio la cerimonia per l’intitolazione del giardino di Via Toti a Siro Terreni, “testimone e narratore della Storia del Novecento”.

A quasi dieci anni dalla scomparsa, l’amministrazione comunale di Vinci ha voluto far conoscere alla cittadinanza, e non solo, l’opera di un uomo che tanto ha fatto per la diffusione della conoscenza del passato e della Memoria ai più giovani.
Uomo di grande sensibilità umana, dagli interessi molteplici, ha saputo farsi voler bene dai ragazzi delle nostre scuole, intrattenendo con loro un rapporto di affetto per la sua capacità di narrare la vita del suo borgo: Santa Maria, dove era nato nel 1924, e la prigionia nei campi di concentramento nazisti dove ha lavorato per il terzo Reich.

Ma chi era Siro?
Lo dice lui stesso in uno dei suoi numerosi diari, che era abituato a tenere e su cui annotava impressioni, emozioni e avvenimenti.
«Sono una persona anziana, la mia vita è vocata al viver semplice, con un’apertura spontanea verso gli altri; sono attivo nel volontariato, amante dell’arte e della cultura in genere. Narratore di storie legate al mio vissuto, per venti anni ho peregrinato nelle scuole raccontando agli scolari la vita dei loro nonni e bisnonni».

In un altro diario scrive di non aver voluto chiudersi in se stesso e aver cercato di allargare i propri interessi verso la scuola, che ha accolto le sue novità, riuscendo a «dare ai giovani una lezione di vita e trasmettere con i racconti di guerra la memoria storica».

Siro è stato un educatore nel senso più completo del termine in quanto ha saputo parlare di tanti aspetti legati al nostro tempo e al nostro modo di vivere. Nei suoi diari fa riferimento alla mancanza di rispetto delle regole, delle nuove tecnologie che «sono entrate nel nostro quotidiano in modo positivo», ma di cui si fa un uso sbagliato: «Si dedica troppo tempo a esse come se tutto ciò che ci sta intorno non esistesse, rubando tempo al dialogo e all’amicizia», invece i giovani hanno bisogno di punti di riferimento e ascolto. «Nelle società evolute, il prevalere dell’egoismo estranea l’individuo dagli altri, cosi non c’è apertura alla socializzazione e nasce un senso di apatia e sfiducia».

Siro si è dedicato ai ragazzi delle scuole del nostro territorio, a Spicchio, Sovigliana, Vinci e nell’empolese. Al giovane alunno che gli ha chiesto quale strada un ragazzo e un nonno possono percorrere insieme, ha risposto che è importante “sfruttare positivamente il bagaglio di conoscenze acquisite per un’umanità più giusta e migliore. Per questo conoscere e non dimenticare, non per perpetuare l’odio e la vendetta, ma per cogliere i motivi che alimentano la violenza tra gli uomini” diventa la strada da percorrere insieme. Insomma è la comunicazione fra le generazioni.

Comunicare è far dono di un’esperienza: donare un po’ della nostra vita.
Vi chiedo una promessa: continuate questa opera di trasmissione, in modo che la testimonianza diventi strumento di conoscenza capace di portare la pace nel mondo. Ha sempre parlato con pacatezza ai suoi ragazzi, senza esprimere odio, invitandoli a studiare per comprendere il passato, al dialogo e al confronto. «Siate svegli e siate in tanti, folte schiere di giovani a protestare perché non ci sia sistema perverso, ma pace e serenità espressa nell’opera del lavoro e nella cultura». (Da La Storia siamo noi!)

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