Torna dalla prossima domenica 8 ottobre 2023, alle ore 17,00 al Teatro di Vinci la stagione teatrale di Quarconia, dedicata al teatro amatoriale regionale, dopo tre anni di pausa per l’interruzione determinata dalla pandemia. L’inizio è sfolgorante, con una “prima nazionale” e un testo teatrale inedito, “L’autore ha abbandonato il gruppo” di Matteo Dell’Olmo, messo in scena dalla Compagnia Teatrale Unicorno ( da lunedì 2 ottobre si può prenotare al n. 3347066163 oppure presso il Baazar Cinelli Via Giovanni XIII, 11 Vinci) . Facciamo però un breve riassunto di questa importante iniziativa teatrale “tutta” vinciana, giunta con successo alla XI edizione. Innanzi tutto, perché si chiama “Quarconia” e cosa c’entra con Vinci?
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La «Quarconia di Vinci» è una piccola viuzza nella parte storica del paese, seppure un po’ nascosta. Dalla via che scende dall’Androne Mazzetti di Piazza Leonardo si entra, sulla destra, in una viuzza o «chiassetto», all’inizio coperto da una volta. Fu chiamata in questo modo nel XIX secolo e si chiama ancora Via di Quarconia, probabilmente dall’omonimo antico teatro fiorentino. Come ricorda Renzo Cianchi, storico locale, in uno stanzone che dava su quella viuzza si tenevano delle recite a cura di una filodrammatica del paese. Si raggiunge la Quarconia anche dall’altro androne di Piazza, quello detto del Ciofi, attraverso il chiassetto dal nome originale di «dietro buche».
Il nome di Quarconia rappresenta la tradizione e la passione della gente di Vinci per il teatro, soprattutto vernacolare. L’origine del termine è, tuttavia, incerta. A Firenze denominava un ricovero fondato del 1659 da un artigiano occhialaio, Filippo Franci per ospitare i monellini, i ragazzi di strada, poveri e senza dimora, in un edificio detto appunto della Quarconia. Secondo la versione più accreditata la voce sarebbe di origine scherzosa, composta dalle espressioni latine quare «perciò» e quoniam «poiché», con allusione alle formule pseudo-giuridiche che motivavano i provvedimenti disciplinari presi nei confronti dei ragazzi più vivaci. Alla fine del 1700, soppresso l’istituto per minori, negli stessi ambienti, Gioacchino Cambiagi creò il teatro «della Quarconia» (1789), un teatro molto modesto nei mezzi, dove venivano date rappresentazioni soprattutto in vernacolo, per il divertimento popolaresco, contro le ingiunzioni del Granduca che ne voleva la demolizione. Ci fu anche chi lo definì la «Pergola dei beceri» per l’uso degli spettatori di portarsi da casa molti cibi e fiaschi di vino per la cena ed i gesti un po’ rumorosi che accompagnavano il gradimento o meno del pubblico. Nonostante nel 1826 la Quarconia venisse ristrutturata e chiamata Teatro del Giglio mantenne comunque il suo connotato popolare. Non è un caso che uno dei protagonisti storici del Teatro della Quarconia di Firenze sia stata la maschera di Stenterello. Anche la «Quarconia di Vinci», stretta fra le vecchie case, proprio nel cuore del borgo, è stata senza dubbio l’espressione dell’anima più popolare del luogo, un tempo punto di riferimento e di accoglienza per chi raggiungeva il paese direttamente dalla campagna, centro di chiacchiere o «ciane», di un’intensa e partecipata vita comunitaria.
La rassegna regionale di teatro amatoriale intitolata alla «Quarconia di Vinci» vuole ricordare la tradizione secolare di filodrammatiche locali che si sono succedute nel tempo con rappresentazioni in vari spazi paesani, dall’ottocentesco stanzone scalcinato di «dietro buche», al teatro detto «della Misericordia», allo scomparso «teatrino delle monache», dove oggi è la Palazzina Uzielli, senza considerare le altre sale teatrali che si sono succedute, dalla sala dell’Unione al teatrino del Palazzo Tamburini.
Rappresenta inoltre una speciale dedica ad una forma di teatro partecipato e amato dalla gente semplice, appassionata, affezionata anche alle serate di puro divertimento, alle veglie in compagnia della poesia popolare e degli stornelli improvvisati, come si usava una volta.
La Quarconia di oggi, seppure finora un po’ dimenticata, ha mantenuto tuttavia il suo fascino di teatro di vita. Forse è un caso oppure una vera vocazione che per qualche anno in Via di Quarconia il Circolo Fantasy di Vinci abbia organizzato spettacoli teatrali con i racconti e i personaggi fantasy in occasione della Festa dell’Unicorno. In varie edizioni della “Via di Caterina”, il percorso teatrale itinerante nelle campagne di Vinci, sulle orme di Leonardo fanciullo, la Quarconia è stata inoltre il punto di partenza per gli attori che da qui accompagnavano idealmente sottobraccio gli spettatori lungo i sentieri, interpretando le storie e le leggende del paese.
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