Gli americani a Vinci

Che parlavano con Leonardo Berni anche grazie a un frasario di facile consultazione, ritrovato da Tiziana durante le pulizie di casa.

Nel primo periodo del lockdown io, come moltissime signore, mi sono dedicata alle “pulizie generali”, complici la bella stagione, una primavera anticipata, piena di sole e cinguettii, quasi in contrasto al triste periodo causato dal Covid. Ho approfittato per fare la cosiddetta “Acqua santa”, cioè una pulizia a fondo di tutta la casa come erano solite fare le nostre nonne e le nostre mamme in prossimità della Pasqua, in attesa della benedizione delle famiglie da parte del parroco. Ho lavato e disinfettato ogni angolo dell’appartamento, spolverato le librerie e riordinato armadi e cassetti.

Durante questa utile e laboriosa operazione ho ripescato molti ricordi accumulati nel tempo che mi hanno fatto rivivere nel passato con le persone a me più care. Ho ritrovato anche un librettino verde che non ricordavo di avere – “Italian phrase book” – ma sfogliandolo è stato come capovolgere una clessidra e rivedere il volto sorridente di mio padre mentre raccontava alcuni momenti felici della sua giovinezza coincidenti con l’arrivo degli Americani a Vinci.
Si tratta di un piccolo frasario, stampato il 16 settembre 1943 dal Dipartimento della Guerra degli Stati Uniti per ordine del Segretario Marshall, riservato al personale militare e regalato a babbo da alcuni soldati delle Truppe Alleate nel lontano 1944.

A mio padre piaceva molto riferire gli episodi di quel periodo: descriveva luoghi e persone come se avesse scattato diverse istantanee da rivedere a piacimento e aveva la capacità di coinvolgerti e di trasmetterti il suo entusiasmo, le sue emozioni. Vinci fu liberata il 2 settembre 1944 grazie alle truppe angloamericane, anche se il paese fu sicuramente raggiunto prima da un gruppo di partigiani.

A proposito dell’ingresso in paese degli Alleati babbo raccontava questo curioso episodio: “Il carro armato in testa stava procedendo lentamente quando, all’improvviso, per colpa di un avvallamento del terreno, subì un abbassamento della parte anteriore con conseguente spostamento del cannone che dalla posizione elevata passò quasi ad altezza d’uomo, puntando sul Comitato di accoglienza. Ci fu un fuggi fuggi generale e le persone impaurite si sparpagliarono in un battibaleno”.
Diversa è la testimonianza riportata da Claudio Biscarini nel Bullettino Storico Empolese: “Pare che il comandante del primo mezzo corazzato inglese che avanzava da Via Cerretana, giunto davanti al Santuario della SS. Annunziata, abbia notato un gruppo di civili armati che, alla vista degli Alleati, si precipitarono festanti lungo l’attuale via Giovanni XXIII. Il carrista, indeciso sulla decisione di quegli uomini, preferì chiudere la torretta e brandeggiare cannone e mitragliatrice coassiale su di loro”. (*)

Comunque siano andate le cose, l’equivoco fu presto chiarito e il Comitato si ricompose velocemente e festeggiò l’arrivo degli Alleati. In seguito le truppe americane si accamparono per diversi mesi in una località sopra la frazione di Santa Lucia, detta Alteto, non molto lontana dalla torre di S.Alluccio e provvidero anche alla costruzione di una strada d’accesso. Babbo, allora ventenne, era un ragazzo sveglio (già da quattro anni era impiegato all’ufficio postale di Vinci) e, pur masticando solo qualche parola di inglese, non ci mise molto a entrare in contatto con alcuni giovani militari tra cui Joel di New York, Robert del Kansas e George del Wisconsin (i nomi e gli indirizzi sono annotati nelle pagine bianche del frasario) e, con la sua spigliatezza e simpatia riuscì presto a conquistare la fiducia di altri soldati.
Il vocabolarietto fu per lui un regalo prezioso: ben strutturato e di facile consultazione, è diviso in sezioni (situazioni di emergenza, espressioni della vita quotidiana, bisogni personali, strade, trasporti, segnaletica, ecc.), ciascuna delle quali presenta tre colonne (inglese, pronuncia, grafia italiana). Scorrendo oggi le pagine del manuale mi fa sorridere la pronuncia che non è trascritta secondo l’alfabeto fonetico internazionale ma è resa in uno spelling che si legge all’inglese (ovviamente molto utile ai soldati in servizio in Italia). Leonardo [Berni] diventò in breve tempo un assiduo visitatore del grande accampamento e si calò perfettamente nel ruolo di “accompagnatore”, rendendosi indispensabile agli americani che avevano bisogno di reperire più notizie possibili sul territorio. Nel grande accampamento talvolta si organizzavano festicciole a cui partecipavano giovanotti e ragazze sia del paese che della campagna: un giovane di Santa Lucia era molto bravo a suonare la fisarmonica, alcuni cantavano e molti ballavano. Babbo mi riferiva anche di alcune interessanti uscite con i militari lontano dalla nostra zona e queste gite duravano moltissime ore e facevano preoccupare non poco mia nonna, che non sapeva che fine avesse fatto quel figliolo “troppo intraprendente”. Un giorno ebbe l’onore di visitare la base militare di Tombolo e per la prima volta vide un sacco a pelo dove peraltro dormì molto bene. Gli americani regalavano a Leonardo zucchero, cioccolata, sigarette e chewing gum, ma erano molto generosi anche con la gente del luogo, che a volte ricambiava, soprattutto i contadini, con un invito a pranzo o a cena (pare che i soldati apprezzassero molto la genuinità della loro tavola).

Recentemente mio zio Vittorio mi ha raccontato anche che i militari amavano molto mangiare il gelato e che, per mezzo di mio padre, acquistarono una gelatiera artigianale fabbricata da un ingegnoso vinciarese.
Questi ricordi, seppure brevi e frammentari, testimoniano la gioia dei nostri compaesani per la riconquistata libertà dopo l’inferno della guerra e soprattutto la voglia di pace e di rinascita.
Ripensare a quei momenti oggi in un periodo così difficile è stato per me come “prendere una boccata di ottimismo”. Credo che sapremo risollevarci anche dalla catastrofe provocata dal Covid 19, una guerra anomala del III millennio.

(*) Claudio Biscarini:  La guerra di là d’Arno – La seconda guerra mondiale nel Comune di Vinci, Bullettino Storico Empolese- Anni LV-LX –  2011-2016 . pag. 141

Tiziana Berni
Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista Orizzonti nel luglio 2020