Oscar Farinetti a Vinci, per insegnarci a sbagliare

Oscar Farinetti a Vinci, per insegnarci a sbagliare

Sabato 13 a Vinci c’è stato Oscar Farinetti, quello di Eataly. È venuto in Biblioteca Leonardiana a presentare “10 mosse per affrontare il futuro”, il libro che ha scritto per Solferino Libri, nel quale fa due chiacchiere con Leonardo da Vinci, “cintura nera di futuro”. L’occasione per averlo nel Capoluogo è stata il World Art Day, la Giornata mondiale dell’arte che l’Unesco ha istituito per il compleanno di Leonardo, il 15 aprile.

Nelle sue slide Farinetti ha fatto parlare Leonardo, dicendo che era un mito nello sbagliare e che forse è diventato Leonardo perché ha avuto la libertà di farlo, perché dopo ogni sbaglio, dopo ogni prova, ci si avvicina sempre di più alla perfezione.
Godo in sovrappiù a provarci che a farcela. Era la scritta che ha aperto la presentazione dell’imprenditore albese, che dice che “su dieci cose fatte ne ha sbagliate sei”, citando quasi involontariamente Jovanotti.
E forse trova il trucco che tiene in piedi ognuno di noi, che ci permette di andare avanti, combattendo magari la noia che a volte ci assale, figlia di quella lotta che ingaggiamo con noi stesi quando ci diciamo che no, non possiamo farcela.

Certo, Farinetti deve vendere il suo libro, sennò non veniva fino a Vinci a raccontarci di quanto è bello provarci e magari non farcela.
Però, a pensarci bene, siamo circondati da gente che ce l’ha fatta, che ci racconta sempre la fine della loro storia di successo, senza mai dirci quanto ci hanno messo ad arrivare lì; come si sono potuti sentire quella volta che, prima di arrivare al traguardo, sono caduti nel fango e si sono rialzati, magari tornando indietro a rifare quel pezzettino di strada che li ha sporcati, ma per rifarla meglio, tornando alla pozzanghera ed essendo adesso in grado di scansarla.

Dice che forse i nostri figli, che abbiamo fatto quando avevamo trent’anni, hanno meno probabilità di avere successo perché noi quarantenni vogliamo solo che abbiano successo, vogliamo che ce la facciano. Non vogliamo che sbaglino. Perché se sbagliano, sappiamo che è colpa nostra.

Invece Leonardo sbagliava (“con le sue bozze possiamo riempirci tre musei”, dice Farinetti). Invece noi abbiamo paura di farlo perché ai nostri occhi vogliamo apparire sempre più ganzi, ché magari lo sono di più quelli che sbagliano e non aspettano altro che trovare una soluzione per riparare.

Resilienza. È diventata tanto di moda che adesso esiste un piano nazionale economico che la mette al centro di tutto.