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Per soddisfare la richiesta di un nostro lettore – e per mettere a tacere la mia curiosità – ho cercato di raccogliere alcune notizie relative alla fattoria Boncompagni (o Buoncompagni) di Sovigliana, oggi un enorme complesso fatiscente sul lato destro di Via Empolese, all’incirca nel tratto che dalla Casa del Popolo porta alla Chiesa.
Nel vedere questo immenso fabbricato in rovina, regno assoluto di migliaia di piccioni, si stenta a credere che la fattoria abbia rappresentato per tantissimi anni il fulcro economico di Sovigliana, dove si concentravano tutte le attività agricole dei terreni della famiglia Boncompagni (alla quale oggi è intitolata una strada del paese), costituendo anche una grossa fonte di lavoro e sopravvivenza per il popolo.
La famiglia Boncompagni è un’antica famiglia principesca, probabilmente originaria dell’Umbria, che vanta un papa (Ugo Boncompagni eletto nel 1572 col nome di Gregorio XIII) e che nel corso dei secoli si è imparentata con altre nobili casate. A detta dei soviglianesi più anziani i Boncompagni erano proprietari di quasi tutto il paese, senza contare case e terreni nelle campagne circostanti.
La fattoria aveva come ingresso principale, riservato alle visite importanti, un grande portone situato circa 2 metri sopra il livello stradale, cui si accedeva tramite una doppia scala in pietra e un balcone, limitati da una ringhiera in ferro, fissata oltre che dal cemento anche con il piombo (tutto questo fu demolito quando il traffico in Via Empolese iniziò ad aumentare).
Era dotata di numerosi e ampi locali e in uno di questi, nel dopoguerra, si lavorava il tabacco coltivato nei campi vicini (alla tabaccaia erano occupate nove donne del paese, come ci ricordano vecchie fotografie). Alla principessa Isabella Boncompagni Rondinelli, proprietaria della fattoria, apparteneva anche il complesso della Commenda, costituito dalla chiesetta (oratorio di San Giovanni Battista, oggi delle suore orsoline), la sacrestia, la casa del rettore della Commenda e altri locali e terreni.
La piccola chiesa fu fondata da fra’ Giovanni Rondinelli, nobile fiorentino, nel 1584 come Commenda dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, che la vollero come ristoro e riposo per i viandanti. Era presente anche il cosiddetto “ospedalino”, con sei posti letto, ristrutturato in canonica, utilizzata poi come abitazione dei dipendenti della fattoria, con notevoli modifiche successive (nel 1784 era custode certa Margherita Mazzantini).
La fattoria faceva le elemosine ai poveri del paese tutti i lunedì presso la Commenda.
L’ultimo rettore stabile della Commenda fu il sacerdote Cesare Terreni della Scala, che vi rimase dal 1910 al 1926. La principessa Isabella risiedeva a Roma e raramente si recava a Sovigliana, ma era affezionata alla Commenda perché vi era sepolto suo padre, come si legge negli appunti di Don Ezio Canovai, parroco di Sovigliana dal 1934 al 1978.
Dato che la principessa aveva richiesto l’affrancazione di tutti gli obblighi della Commenda, il cardinale Elia della Costa, arcivescovo di Firenze, nominò rettore della chiesetta il parroco pro tempore di Sovigliana. Era d’uso celebrare presso la Commenda il quaresimale, le funzioni della settimana santa e, in occasione della festa di S. Giovanni Battista, erano estratte le doti per le ragazze povere, ma con l’andare del tempo tutto fu ridotto.
Don Ezio, fin dal suo arrivo a Sovigliana, cominciò a sognare di realizzare un asilo nei locali della Commenda, ma fu subito fermato dalla principessa, che gli fece sapere di avere ceduto alla curia solo la chiesa e la sacrestia, mentre la casa già abitata dal rettore restava di proprietà della fattoria.
In effetti il fabbricato della Commenda è appartenuto alla famiglia Boncompagni sino al 1960, quando il principe Lodovico Boncompagni Ludovisi Rondinelli Vitelli, figlio di Isabella, lo donò all’Arciconfraternita della Misericordia di Empoli con il terreno adiacente, dove sarebbero sorti l’asilo, l’ambulatorio e la sede della sezione della Misericordia di Sovigliana (nel 1973 la Commenda passò alle suore orsoline). Anche Don Ezio riuscì infine a realizzare nel terreno adiacente la chiesetta la scuola materna ed elementare, gestite dalle suore.
Alcuni soviglianesi si ricordano quanto la fattoria fosse immensa e piena di vita: descrivono la casa, abitata dal principe in un determinato periodo, assai grande e ben arredata, rammentano i nomi dell’ultimo fattore (Mario Tordi e la moglie Isolina) e del sottofattore Melani.
Non conosco nessuno che ricordi di avere visto la principessa, mentre diverse persone parlano volentieri del principe Lodovico (nato il 16 febbraio 1890), che ha vissuto nella nostra frazione per circa quarant’anni. Esperto aviatore, sembra abbia subito un grave incidente, a seguito del quale si ritirò a Sovigliana forse per curare i beni della famiglia. Era un uomo alto e magro, vestiva in maniera piuttosto elegante, di solito indossava un pastrano a quadretti o un impermeabile, portava una specie di basco e non usciva mai senza ombrello. Parlava volentieri con la gente, ma pretendeva che tutti lo chiamassero Eccellenza, ragazzi compresi. Aveva un’ottima cultura, era dotato di un umorismo sottile, ma alcuni suoi modi erano considerati dai paesani “assai stravaganti”. Era un anticlericale convinto e donò alla Casa del Popolo il terreno dove sorgeva il campo sportivo (zona Pasticceria Milani). Quasi tutti i giorni si recava a Empoli, a piedi o con il pullman. Alla morte del principe, avvenuta il 23 febbraio 1966, le proprietà della famiglia, ridotte a seguito di vendite o donazioni, si dice siano passate a un cugino di Roma che, venuto a Sovigliana, probabilmente si occupò anche della vendita della fattoria. Purtroppo i nuovi proprietari sembra abbiano da risolvere un contenzioso che si protrae da molti anni e da ciò ne consegue lo stato di totale degrado di uno spazio smisurato che Sovigliana dovrebbe assolutamente recuperare senza attendere tempi biblici. Intanto in paese tutti si preoccupano e sperano in un miracolo, specialmente i più anziani vorrebbero vedere prima di andarsene quell’aerea bonificata per ridare il decoro che merita alla vecchia Via Empolese che tanto ci è servita.
Cfr. “Sovigliana Storia, Arte e Luoghi di fede”, Licena Vignozzi, Lorenzo Melani, P. Giovanni Grimaldi, Agnese Sabato, Alessandro Vezzosi.
Aleph Edizioni – S.Donato a Livizzano, Montespertoli 2007.
Si ringraziano gli amici di Sovigliana per avere condiviso i loro ricordi.
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