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Babbo Natale ha appena finito di leggere le letterine dei bambini.
Erano un monte così alto, da occupare tutto lo spazio del suo studio. Adesso buste colorate sono sparse dappertutto e mettono felicità al vecchio dalla lunga barba bianca. Se la liscia emozionato, pensando ad alcuni bimbi che non chiedono giochi o giocattoli, né caramelle e cioccolatini, ma qualcosa che lui non può donare. Una parola grande campeggia su un cartoncino rosso in una busta: FELICITÀ.
Altri chiedono pace e amore.
Babbo Natale è stupito; si liscia ancor più la barba cercando una possibile soluzione. Perplesso, cammina su e giù, scende le scale e va in cantina a recuperare tra le cose vecchie un libro raggrinzito, chissà! Ma… non trova proprio niente, non esistono magie per portare pace, amore e felicità.
“Solo i grandi hanno questo potere, se lo vogliono davvero”, pensa tra sé e sé.
Natale è ormai vicino e deve preparare i regali per tutti i bambini che lo aspettano con impazienza e frenesia.
“Sono vecchio ormai, ho visto tanti paesi e città, tanti bimbi e ragazzini. Adesso però le mie forze sono diminuite e ho bisogno di qualcuno che mi aiuti, guidi la slitta con maestria, usi fantasia per confezionare doni originali”. Aspetta con ansia il giovane che sappia esaudire i suoi desideri e lo accompagni nel viaggio in capo al mondo, che dura poco più di una nottata, mentre l’alba spegne le ultime stelle.
Da alcuni giorni ha bandito pure un concorso per aspiranti accompagnatori che prevede pazienza smisurata, fantasia spiccata, empatia e desiderio di conoscere il mondo. Soddisfatto della sua iniziativa, di buona lena apre tutte le lettere pervenute in risposta al concorso “Babbo Natale Giovani”.
Legge, rilegge, controlla e così trova il giovane che fa per lui. Alza la cornetta del telefono, lo chiama e insieme partono per il lungo viaggio, sfidando freddo e gelo. Il giovane si fa guidare dal vecchio Babbo Natale, che conosce la geografia più di un navigatore. La sua carica è l’affetto per tutti i bambini che invocano l’arrivo di quel nonno dalla barba bianca prima di addormentarsi.
Si cala giù dal camino con agilità, senza timore di farsi male, si stira per benino, lascia un pacchetto sotto l’abete e si intrattiene un pochino a bere un goccio di vinsanto. Di fantasia ne possiede a volontà: ha scelto giochi e giocattoli che si possono smontare e rimontare, combinare, assumere forme a piacere e colori alternativi; il tutto con armonia di suoni e nenie natalizie. Anche il bambinello nella capannuccia si rallegra ad ascoltare quella musica che pare una ninna nanna più di una novità.
Ma qualcosa di imprevisto accade all’improvviso: un flebile rumore interrompe i sogni di un piccino, che lesto lesto arriva in cucina con i piedini scalzi e lancia un “oh” di meraviglia.
Poi urla: “Ma tu chi sei? Dov’è Babbo Natale vero!”.
Eccolo: scende per il camino più velocemente che può, tra un dolorino alla gamba e l’altro a una spalla, balza in piedi e abbraccia bimbo e giovanotto.
Qualcuno ha scattato una bella foto ricordo, che appare su Facebook come un bel quadretto di amore e felicità.
Viva, viva Babbo Natale!