Un anno di Vinciarese

Dopo 12 mesi e 62 articoli, facciamo un bilancio di com’è stato pubblicare storie che abbiamo deciso di dedicare solo a Vinci.

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Era necessario fare Il Vinciarese? Se considerate cosa è Vinci nel Cuore, quello che fa grazie ai propri volontari, la sua attività continua durante tutto l’arco dell’anno, la considerazione che gode da parte dei propri “fan” e le aspettative che questi hanno, allora la risposta è sì.
D’altronde, qualsiasi cosa che richiama la cultura è necessaria. Perché cultura è racconto, specie se fatto bene.
E tutto è un racconto: il teatro, la musica, i libri, il cinema. Aggiungete voi quello che volete.
Al contrario, provate a stare senza delle storie. Anzi, lo abbiamo già fatto la scorsa primavera e non è andata benissimo, senza film da vedere in sala o sipari da ammirare in attesa che si alzassero. Alla faccia di chi dice che “con la cultura non si mangia”.

E allora Il Vinciarese ha provato in quest’ultimo anno a raccontarvi delle storie, che per “linea editoriale” – consentiate le virgolette e scusate le parolone – abbiamo deciso che riguardassero solo cose di Vinci, visto che da raccontare ce n’è, fra aneddoti che riguardano personaggi e luoghi, senza contare tutto ciò che riguarda il nostro concittadino più illustre.
Abbiamo provato, in sostanza, a raccontare Vinci attraverso le cose che la riguardano e quindi ci riguardano, perché di cose ce ne sono ed è bene sapere cosa è accaduto intorno a noi nei decenni passati.

Abbiamo tirato fuori di nuovo cose che erano conservate negli archivi; abbiamo riproposto articoli su Vinci che erano già stati pubblicati sulla rivista degli amici di Orizzonti, dando nuova vita a pezzi che erano stati pensati per essere letti sulla carta e che con Il Vinciarese sono passati anche dai nostri canali social; abbiamo parlato di personaggi che con Vinci hanno avuto a che fare e che quindi entrano di diritto nella sua Storia.
Abbiamo parlato di molti luoghi, perché sono questi quelli rimasti immutati nel tempo ed è sempre curioso andare a vedere come sono cambiati o come è cambiato l’ambiente circostante, con quei luoghi che sono diventati testimoni di un periodo che è sempre stato a colori, ma che noi vediamo in bianco e nero nelle foto d’epoca.
Abbiamo coinvolto amici e volontari, chiedendo loro di scrivere per noi e di partecipare a questo appuntamento fisso.

Sarebbe bello che altri si aggiungessero a questo progetto, magari in maniera spontanea, perché questo spazio è di tutti e non solo di chi lo ha ideato e chi lo cura durante la settimana, per poi presentarlo la domenica pomeriggio.
Sarebbe bello ampliarlo con altre forme che non siano quelle scritte (magari con dei video o degli audio) e renderlo fruibile con altri sistemi mediatici. Ma ci stiamo pensando e il vantaggio di fare una cosa del genere è prendersela comoda, senza scadenze, se non quella che è stata fissata alle 17.30 di ogni domenica pomeriggio.
Insomma: Il Vinciarese è un esperimento, allo stesso tempo piacevole per chi lo fa e si spera piacevole per chi ne fruisce.

Curiosità sparse
L’articolo più letto di sempre è stato quello di Raffaello Santini, “La tombola e la smorfia toscana, un passatempo di fantasia anche in tempo di coronavirus”, pubblicato inedito il 5 aprile, in piena chiusura da quarantena nazionale,
Segue “Il miracolo di San Bonifacio a Sant’Ansano”, un pezzo che Tiziana Berni aveva scritto per ‘Orizzonti’ e che abbiamo riproposto, come siamo soliti fare periodicamente.
Chiude il podio “L’annullo filatelico dedicato a Leonardo e le curiosità di un evento (quasi) unico”, che chi scrive ha pubblicato dopo aver disturbato il segretario comunale del Comune di Vinci, incredulo nel constatare che un argomento come la filatelia potesse interessare un ampio pubblico.

È anche innegabile che per tenere traccia di quello che facciamo è necessario sapere come si comporta il nostro pubblico. Senza andare a indagare chi (non conosciamo chi ci legge), sappiamo però come ci leggete: la maggior parte di voi ha un iPhone, per esempio; il 98% di voi arriva da Facebook, inevitabilmente, e la metà di questi lo usa dal cellulare, come quasi il 70% di voi lo usa per leggerci.
Molti di voi ci hanno letto fra le 8 e le 9 della domenica sera negli ultimi dodici mesi, segno che i più affezionati, fra algoritmi social e (ci piace pensarlo) ricordarsi che usciamo la domenica pomeriggio, hanno scelto di passare da noi quei cinque minuti in media necessari per scorrere uno dei nostri articoli.
Parecchi di voi arrivano il lunedì, il che significa che leggete la newsletter ogni due settimane, dove ci sono gli ultimi due articoli, oltre al racconto di quello che stiamo facendo.

Infine, abbiamo deciso che il primo anno vinciarese sarà stampato, ma a questa cosa ci dedicheremo dopo Li omini boni di fine novembre (stiamo convivendo nel nostro piccolo con la grande incognita data da questa epidemia).
L’appuntamento rimane solito di sempre: la domenica pomeriggio alle 17.30.


Christian Santini