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Caldo e terso pomeriggio di fine dicembre nella verde Valtiberina. Gonfio delle abbuffate di Natale e Santo Stefano, mi incammino nel bellissimo percorso lungo il Tevere, risalendolo da Riosecco verso nord. Un tunnel verde di ontani, pioppi e querce, con il biondo fiume a lato [foto 1]. Di fronte alla foce del Cerfone, torrente che scende dall’Alpe di Poti e crea la valle che aprendosi si insinua tra i colli di Monterchi e Citerna, c’è un magnifico noceto nella golena.
Il mio spirito di raccoglitore si risveglia: comincio la raccolta (le noci risulteranno poi ovviamente quasi tutte fradicie). Mi attardo, l’idea iniziale di proseguire oltre Piosina verso Selci Lama è ormai impraticabile. Consulto la mappa sul cellulare: quanto posso andare ancora avanti? Nell’attimo in cui la chiudo mi pare di scorgere un nome inatteso. Possibile? La riapro, ho visto bene: Via Sant’Ansano. È la via centrale di Piosina, che ho percorso in auto decine di volte, senza conoscerne il nome. Alzo gli occhi: il campanile della chiesa di Piosina è davanti a me, che sbuca sopra il pallone del nuovo campo di paddle. Arrivo in breve alla chiesa [foto 2]. Non c’è nessun cartello fuori. Entro, mi guardo intorno e ho la conferma: Parrocchia di Sant’Ansano, Piosina.
La chiesa è piccola, completamente rifatta, non si vedono parti vecchie. Cerco un’immagine di Sant’Ansano, la trovo, in posizione un po’ defilata, un quadro moderno di un certo “pittore Alunni” [foto 3]. Non ci sono tesori nella chiesa. C’è un crocifisso (trecentesco?) sopra la porta di ingresso, piuttosto brutto. Peccato, a parte la dedica: non sembra che a Piosina Sant’Ansano abbia una così grande rilevanza.
Un momento! Sulla parete di sinistra noto un reliquiario che all’inizio non aveva attirato la mia attenzione.
È in legno, senza scritte o data. Dentro un omero (credo) e una scritta: S.ANSANO! Come sarà finito qua?
Faccio le solite ricerche da profano su internet circa le reliquie di Sant’Ansano, che hanno tutta una loro storia romanzesca, dalla decapitazione del Santo (intorno al 300 d.C.), al seppellimento a Dofana (vicino Siena), alla riesumazione intorno al 1100, con liti tra vescovi, processioni con le reliquie, danneggiamento delle stesse per un incendio da fulmine nel Duomo di Siena intorno il 1350.
Ma quante e quali reliquie di S. Ansano ci sono in giro ?
Vediamo: un braccio nel Duomo di Siena; la testa nel Duomo di Arezzo; un dito nella nostra pieve di S. Giovanni Battista a Sant’Ansano di Vinci. Ma poi (pare) c’è anche un braccio a Dofana (luogo del martirio). E qualcosa ad Allerona (Terni); e ora spunta un omero (?) a Piosina.
A proposito: ma quante braccia aveva Sant’Ansano?
Serve indagare? Sicuramente abbiamo tra di noi un esperto che ne sa molto di più. Lasciamo giudicare a lui, se servono ulteriori indagini.