“Che la terra vi sia lieve”. Un ricordo dei vinciani che ci hanno lasciato

"Che la terra vi sia lieve". Un ricordo dei vinciani che ci hanno lasciato

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Con l’avvicinarsi del 2 novembre il nostro pensiero va più di sempre ai familiari e agli amici che ci hanno lasciato, specie quelli più recenti.
Visitando il camposanto di Vinci mi rendo conto di quante persone care e conoscenti se ne sono andati anche negli ultimi anni. Pur assalendomi un profondo senso di tristezza, spesso affiorano alla memoria episodi sereni della loro vita, momenti condivisi e molto significativi per me.
Con alcuni di loro, quasi centenari, mi sembra finito un mondo autentico, fatto di sentimenti e passioni forti, di senso del dovere e del sacrificio, di onestà, saggezza e pazienza, dove non c’era posto per il perdere tempo e le cose inutili. Di queste persone ho ammirato soprattutto la grande determinazione per raggiungere gli obiettivi prefissi, la forza nell’affrontare le avversità senza mai rassegnarsi e la sorprendente voglia di vivere e di fare, nonostante gli acciacchi della vecchiaia.

Non posso non soffermarmi a pregare sulle tombe dei coetanei con i quali ho trascorso una fanciullezza e una giovinezza spensierata quando non c’era bisogno del cellulare per ritrovarsi sul pratino della “Strada Nova” a chiacchierare, cantare a squarciagola e stonare le canzoni di Battisti. Anche da adulti, pur non frequentandosi assiduamente, bastava incontrarsi per caso per capire subito che l’affetto degli uni per gli altri era rimasto immutato e per ridere come una volta rinvangando i tempi passati. Non occorre citare i nomi per ringraziare tutti quelli che, con il loro esempio, il loro lavoro e l’amore per il paese e i suoi abitanti, hanno contribuito a fare di Vinci un posto dove vivere serenamente. Ci consolano le parole di Sant’Agostino: “Non si perdono mai coloro che amiamo perché possiamo amarli in Colui che non si può perdere”.

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