Il senso del gesto rituale. Storie e aneddoti di una tradizione vinciana

Il Giorno di Leonardo 2021 si è fatto; on line, ma si è fatto. Nella speranza di rifarlo di nuovo in presenza, mantenendone la tradizione.

Il lancio della corona d’alloro in onore a Leonardo è una tradizione vinciana, che si ripete ormai da oltre un secolo.
La prima volta che gli aviatori fecero volare oggetti dal cielo a Vinci, biglietti e corone in onore di Leonardo, fu esattamente in occasione delle Celebrazioni Leonardiane del 25 maggio 1919, molto probabilmente da un’idea del prof. Alessandro Martelli per solennizzare la cerimonia, sorprendere i vinciaresi del tempo e allietare i convenuti a Vinci a livello nazionale.

L’usanza è stata ripresa in occasione delle successive celebrazioni leonardiane del Novecento, diventando l’evento principale del “Giorno di Leonardo” dagli Anni Sessanta. Si può quindi considerare una sorta di rito vinciano, un gesto rituale nel quale si riconosce una comunità, che condivide gli stessi valori, emozioni e ricordi.
La partecipazione della gente è fondamentale per solennizzare il rito, anzi è parte fondamentale dello stesso, sia laico che religioso.

In tempo di pandemia, purtroppo non è possibile ripetere questo rito vinciano con il pellegrinaggio ad Anchiano e la scansione tradizionale; la partecipazione non è con la presenza fisica, ma con quell’appendice protesica comunicativa del cellulare. Il rito non può comunque venire meno.
E così è stato. Stamani, 18 aprile 2021, alle 11, grazie all’associazione I Pinguini ASD Scuola di Volo si è ripetuto in collegamento on line, via Facebook da quel di Anchiano, nell’ambito del rinato Giorno di Leonardo a cura della Pro Loco Vinci.
Quest’anno è stato anche un rito propiziatorio perché accompagnato dalla speranza di ritornare ben presto in presenza, con tanta gente di Vinci e non, in pellegrinaggio ad Anchiano, nel luogo del mito leonardiano.

Risuonano nella mente le parole del professore, poi diventato senatore, Alessandro Martelli, pronunciate il 25 maggio 1919 ad Anchiano, a chiusura delle Celebrazioni Leonardiane per i 400 anni dalla morte di Leonardo, che segnarono l’inizio del “rito di devozione”, del laico pellegrinaggio alla presunta casa natale del Genio: “Della grandezza di questo figlio della terra di Vinci, onorato da tutto il mondo, fa fede la stessa concordia di animi che tutti, di differenti paesi e condizioni e differenti per principi e cultura, ha concordemente raccolti in un unico rito di devozione per quell’essere superiore, che apparve come un’anima irrequieta alla ricerca affannosa delle bellezze e delle verità naturali“.
Purtroppo, come ci insegna la storia, alle parole del prof. Martelli non seguirono i fatti e quella concordia di animi ben presto finì nelle maglie dei totalitarismi e sanguinose dittature che hanno segnato il secolo scorso. L’aneddoto insegna che anche dei riti occorre sempre conoscere e salvaguardare il senso originario, andare alla radice di quella verità che è figliola dell’esperienza, come diceva Leonardo, non cadere nel facile inganno della mera ritualità, dando per scontato che nulla cambia o potrà cambiare.

Nicola Baronti
Bibliografia : Cronache Vinciane – Quaderno VIII – IX Archivio Vinci nel Cuore, 2018 ; Leonardo commemorato nella sua terra natale, Roma, 1919 pag. 37